IED, Milano. Anno accademico 2009-2010
Cattedra di sociologia.
(Esercitazioni)
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Esercitazione numero quattro.
Un brand per una cimice.
In Messico si chiama il Dia de jumil il primo lunedì dopo il “Giorno dei Morti”.
Le famiglie vanno nei boschi a raccogliere le jumiles (°) e fanno pic-nic durante i quali le piluccano anche vive, come noi facciamo con le more o i mirtilli.
Nel febbraio del 2008 la FAO (Food and Agricolture Organization), vale a dire, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha organizzato a Ciang Mai, in Tailandia, un seminario, durato una settimana “sul potenziale per l’alimentazione umana degli insetti in Asia e nella regione del Pacifico”. Leggiamo dal rapporto della FAO: “Delle centinaia di specie di insetti che sono state usate o sono usate per il consumo umano i più comuni provengono da cinque gruppi principali: coleotteri, formiche, api e vespe, cavallette e grilli, falene e farfalle”. “Gli insetti”, prosegue il rapporto, “possono essere molto nutrienti, ed alcuni hanno un apporto proteico pari a quello della carne o del pesce. In forma essiccata contengono spesso una quantità doppia di proteine rispetto alla carne o al pesce crudo anche se, generalmente, non superano la quantità di proteine presenti nella carne e nel pesce essiccato o cotto alla griglia. Alcuni insetti, specialmente allo stato larvale, sono ricchi anche di lipidi e contengono importanti vitamine e sali minerali.”
In alcune aree gli insetti rappresentano un cibo di emergenza, ma nella maggioranza dei paesi insettivori sono un ingrediente fisso della dieta quotidiana e in paesi come la Tailandia sono considerati prelibatezze e se ne consumano circa duecento specie diverse. A scopo alimentare vengono soprattutto raccolte le larve e le pupe degli insetti, con un intervento sull’ambiente a basso impatto o, a volte, a impatto benefico. Tuttavia fino ad oggi non si sono ancora sviluppate vere e proprie fattorie di insetti come nel nord della Tailandia dove vengono allevati i vermi del bambù o i grilli. La FAO, poi, ha sottolineato come la coltivazioni d’insetti può essere vitale per i paesi in via di sviluppo e con deficit proteici, così come può essere vantaggiosa per le opportunità di reddito che offre. A questo proposito, è stato detto, deve essere incoraggiata e promossa l’adozione di moderne tecnologie alimentari per gli insetti che vengono venduti vivi, essiccati, affumicati, arrostiti o trattati.
Scrive Quieta Ramos Elorduy, dell’Istituto di Biologia dell’Università di Città del Messico, che esistono al mondo più di tremilaseicento specie d’insetti commestibili di cui quattrocento solo in America Centrale, non per caso numerosi ristoranti messicani, tra cui molti turistici, si sono specializzati nell’offerta di una cucina d’insetti. Così, non è difficile trovare nei menu di questi le uova di formica, cioè, le larve di escamoles un insetto che cresce nelle radici dell’agave, saltate nel burro e servite su delle tortillas calde accompagnate da guacamola, la purea di avocado. Sono chiamate il caviale messicano. Un’altra specialità servita nei migliori ristoranti è la versione messicana delle patatine fritte francesi, i gusanosdi maguey, cioè, i vermi o le larve di agave che, fritti, ricordano la pancetta. Va osservato che gli insetti in Messico non sono apprezzati solo per il loro gusto, ma anche per l’alto tenore in proteine e per il loro sapore unico.
Negli stati di Oaxaca, Guerriero, Morelos e Veracruz è molto diffusa una salsa il cui ingrediente principale è una cimice. Di questi insetti ce ne sono due varietà, le jumiles e le chumiles, che si distinguono perché sono più piccole. Oltre alle cimici in questa salsa si possono mescolare altri insetti che vengono tostati e poi sminuzzati con il mortaio. Gli esperti dicono che il loro gusto è tra la cannella e la menta. Tradizionalmente questi insetti sono anche mangiati vivi accompagnati dai tacos, le popolari tortillas confezionate con farina di mais.
(°) – Le jumiles sono i Pentatomidi una famiglia di insetti dell’ordine dei Rhynchota comprendente oltre 4100 specie. I Pentatomidi costituiscono una delle famiglie più importanti fra gli Eterotteri, per il numero di specie, per la larga distribuzione e per l’importanza economica di diverse di queste specie. Per le dimensioni e per l’aspetto inconfondibile, anche se si tratta di caratteri estesi a tutta la famiglia dei Pentatomoidea, e per il fatto di essere piuttosto comuni, sono di facile riconoscimento anche per i profani. Il nome comune di cimice, infatti, anche se a rigore fa riferimento all’intero sottordine degli Eterotteri, è utilizzato per antonomasia per indicare insetti appartenenti ai Pentatomoidea. Il loro dorso è più o meno appiattito, mentre il ventre è convesso. La livrea è spesso uniforme, con colori che variano dal verde al giallastro al brunastro, ma sono frequenti le specie con livree a colori vivaci, talvolta con riflessi metallici o con disegni in contrasto. Il loro regime dietetico è variabile. La maggior parte delle specie è fitofaga e si nutre a spese di un numero elevato di specie botaniche, fra cui molte piante di interesse agrario. Come la maggior parte degli Eterotteri anche i Pentatomidi si difendono rilasciando una sostanza fortemente revulsiva, secreta dalle ghiandole odorifere. Il secreto ha un odore caratteristico, associabile vagamente alle mandorle amare, ed ha effetto repellente nei confronti dei grossi predatori. In passato la sostanza repellente, seccata e polverizzata, era impiegata per rinforzare la componente odorosa dell’acido prussico.
L’uso di Pentatomidi nell’alimentazione umana è noto. Il solo problema relativo all’uso alimentare dei Pentatomidi è la necessità di eliminare il sapore sgradevole dovuto al secreto delle ghiandole metatoraciche. Non sono rare tuttavia le culture cui tali insetti sono consumati anche crudi, a dispetto dell’effetto collaterale. In Messico sono usate diverse specie che fanno capo ai generi Edessa, Euschistus e Pharylpia, comunemente chiamate jumiles. I jumiles vengono mantenuti in vita e venduti in "confezioni" di pochi esemplari. Sono consumati in vari modi, sia crudi sia dopo una qualche cottura. La letteratura cita che la credenza popolare attribuisce a questi insetti proprietà curative oltre a quelle nutritive. In Africa i Pentatomidi sono usati a scopo alimentare in Sudafrica e nello Zimbabwe, del loro uso alimentare parla il progetto di ricerca intitolato, Nutritional and medicinal value of the edible stinkbug, Eucosternum delegorguei, consumed in the Limpopo, Province of South Africa (2003-2005). In Asia è citato il consumo dei Pentatomidi in India, in particolare i generi Bagrada e Erthesina. Si consumano anche in Cina e in Tailandia.
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L’obiettivo dell’esercitazione è di immaginare un prodotto, un brand e un’immagine pubblicitaria a base di Pentatomidi (jumeles).
Ogni gruppo può sviluppare l’idea di questo “prodotto” con il mezzo espressivo che meglio ritiene opportuno, disegno, foto, fumetto, collage, immagine elaborata per via elettronica.
L’elaborato dovrà essere consegnato in copia su dischetto, accompagnato da una breve relazione esplicativa.
Non sono accettati altri supporti.