Progetti, sogni, speranze. Una geografia del desiderio. – IED Design – Esercitazione 6 – 2010-11

D – IED, Milano. Anno accademico 2010-2011

Cattedra di sociologia.

Esercitazione numero SEI.

Giovedì 12 maggio 2011
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Progetti, sogni, speranze.
Una geografia del desiderio.

Ce qui limite le vrai, ce n’est pas le faux, c’est l’insignifiant.”

René Thom (1923-2002) è stato un brillante matematico e filosofo francese, vincitore, nel 1958, della “medaglia Fields”. Tra i suoi contributi più importanti alla moderna epistemologia c’è quello che egli a suo tempo definì la teoria delle catastrofi, con la quale si può applicare il metodo matematico(°) ai fenomeni naturali, in particolare a quelli discontinui e questo a ragione della variazione dei parametri da cui dipendono.




Come poi ha raccontato in un libro, nel corso di una colazione con un altro grande protagonista della cultura francese, lo psicanalista Jacques Lacan (1901-1981), Thom per spiegare la frase “ciò che limita il vero, non è il falso, è l’insignificante”, ricorse ad una sorta di mappa sul modello della carta di Tendre.

Una mappa in cui in basso c’è il mare dell’Insignificanza, ed è attraversata dal fiume del Senso che separa il Vero dal Falso. Nel falso ci sono i bassifondi dell’Ambiguità, dall’altra parte le paludi dei luoghi comuni o delle verità tautologiche. Sul delta del fiume si erge la fortezza della Tautologia, dove regnano i logici. Una rampa, da questa fortezza, porta al tempio della Matematica. A destra abbiamo le scienze esatte, l’Astronomia e più in là le grandi macchine dei fisici, gli anelli del CERN e i laboratori della biologia. Lì dappresso c’è anche il torrente delle scienze sperimentali. A sinistra un viale porta alla città delle Lettere e delle Arti, proseguendo su una pedemontana si raggiungono i Miti. La catena in alto di monti è l’Assurdo. Dal mare dell’Insignificanza, risalendo verso le montagne si va in direzione della Significanza, verso il caos dove si dispiegano le forze cosmiche. (Cosmos in greco significa ordine e per estensione universo). In alto, poi, troviamo la calma dei cieli, una calma…eterna, rovesciandone l’asse c’è la serenità del nulla…

Come sappiamo, le metafore vere sono la prima forma di pensiero che dai greci arriva fino a noi, in questa carta Thom le mostra come un’organizzazione della conoscenza, come l’altra faccia della poesia su quel massiccio che ha una “significanza” così densa da mettere a nudo il cuore della verità.

(°) – In greco “màthema” – da cui deriva matematica, vuol dire molte cose che crescono intorno all’albero della conoscenza, l’esperienza, la regola, l’arte.

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Obiettivo dell’esercitazione è di costruire – sulla scorta degli insegnamenti, dei seminari, delle esperienze vissute, del contenuto dei programmi svolti – una mappa del piano di studi ideale e professionale che si vorrebbe percorrere a partire dal proprio piano di studio presso lo IED.

Ogni gruppo può elaborare la mappa, oggetto dell’esercitazione, in forma figurativa o allegorica, con il mezzo espressivo che meglio ritiene opportuno, disegno, foto, fumetto, collage, video, rappresentazione elaborata per via elettronica.

L’elaborato dovrà essere consegnato in copia su dischetto, accompagnato da una breve relazione esplicativa. Non sono accettati altri supporti.

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Dalla parte di Fido! – IED Design – Esercitazione 5 – 2010-11

D – IED, Milano. Anno accademico 2010-2011

Cattedra di sociologia.

Esercitazione numero CINQUE.

Giovedì 5 maggio 2011

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DALLA PARTE DI FIDO!

(La questione animale. La scienza e la coscienza.)

Non chiederti se l’animale pensa. Non chiederti se l’animale parla.
Chiediti se l’animale soffre.

Jeremy Bentham.

Ogni animale è nel mondo come l’acqua
dentro l’acqua.

George Bataille.

Nei laboratori dove si pratica la vivisezione ogni anno “transitano” – vale a dire sono infettati, ammalati, mutilati, uccisi – più di cento milioni di animali. Di questi dodici milioni solo in Europa.

Di fatto nei ventisette paesi dell’Unione Europea si sperimenta su tutto ciò che vive, si riproduce e ha cuccioli: non solo topi, ratti e conigli, ma cavalli, asini, furetti, cincillà, gerbilli, castori,

marmotte, scoiattoli di terra, tassi, foche, lontre, puzzole. Tra gli uccelli, quaglie, pappagalli e canarini. Tra gli “animali da fattoria”: mucche, maiali, galline, pecore, capre. La fantasia degli sperimentatori non ha limite. Catturano, imprigionano e poi sperimentano sugli anfibi, sui rettili, sui pesci e sui pipistrelli. Sperimentano sui lama, sui topi delle piramidi, sui criceti armeni, sulle

volpi e sulle foche. E, naturalmente, sperimentano sui cani (21.315 esemplari nel 2008), sui gatti (4.088 esemplari) e sulle scimmie (10.449 esemplari).

(Dati (°) tratti dall’ultima Relazione della Commissione Europea Relativa al 2008).

Questa situazione è destinata a peggiorare e sta peggiorando con l’approvazione del settembre 2010 della nuova Direttiva Europea sulla Vivisezione.

(Direttiva 2010/63/UE, articoli di legge e Allegato VIII).

In particolare la nuova legislazione consente, tra le altre cose, di sperimentare sui primati anche in assenza di gravi motivazioni riguardanti la salute umana. Sperimentare su cani e gatti randagi riutilizzando più volte lo stesso animale anche con procedure che provocano intenso dolore, angoscia e sofferenza. Sperimentare senza anestesia, non somministrare antidolorifici a un animale sei ricercatori lo ritengono opportuno. Sperimentare su animali vivi a scopi didattici. Somministrare scosse elettriche fino a indurre impotenza fisiologica. Praticare toracotomie (cioè l’apertura del torace) senza somministrare analgesici. Costringere gli animali al nuoto forzato fino alla morte. Tenere in isolamento totale per lunghi periodi animali sociali come i cani e i primati.

Cosa impedisce al miserabile edificio della vivisezione di crollare?

Che cosa lo tiene in piedi se non gli interessi economici che sono alla radice del nostro sistema di produzione e consumo.

Ha affermato Claude Reiss, fisico e biologo cellulare, ex direttore al CNRS di Parigi: Il fatto che la stessa sostanza possa essere dichiarata inoffensiva o cancerogena a seconda della specie animale utilizzata, fa della sperimentazione animale lo strumento per eccellenza per commercializzare ogni tipo di prodotto, anche se pericoloso, e per mettere a tacere le vittime che osassero fare causa al produttore”.

Ma altri potentissimi fattori si oppongono al cambiamento sono la mentalità, la chiusura, l’arroccamento, gli interessi spiccioli dei primari ospedalieri, dei tecnici, dei biologi, de baroni universitari che dalla vivisezione traggono lo stipendio e se va bene anche la fama.

Roger E. Ulrich, psicologo comportamentista americano, ex vivisettore pentito, lo ha detto chiaramente nelle sue memorie: “Che cosa fungeva da rinforzo per i miei maltrattamenti di creature innocenti? Per esempio, le piacevoli sensazioni che accompagnano i finanziamenti, la pubblicazione di articoli e le conferenze…”.

Possiamo immaginare una società che non mortifichi né uccida, straziandoli, milioni di animali? Quali incubi i vivisettori chiamano sogni? Su che cosa fondano la loro autostima? Possiamo determinare una svolta culturale tale per cui essi non possano più trovare riparo dietro le ipocrite giustificazioni di uno scientismo tanto arrogante quanto fumoso e privo di sostanza?

Si può realizzare un “Animal Liberation Front” che prenda partito, al di là della politica, delle religioni, del luogo comune che vuole gli animali al servizio degli uomini, per la loro vita?

Obiettivo dell’esercitazione è di realizzare un marchio, un manifesto visivo ed eventualmente un breve filmato che contenga questo messaggio: no all’uso della vita, della sofferenza e della libertà degli animali per la sperimentazione, la produzione e la ricerca.

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(Questa esercitazione è realizzata con la collaborazione di Vanna Brocca, direttore responsabile del giornale della LEAL – Lega Antivivisezionista.)

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La velocità come Zeitgeist del moderno – IED Design – Esercitazione 4 – 2010-11

D – IED, Milano. Anno accademico 2010-2011

Cattedra di sociologia.

Esercitazione numero QUATTRO.

Giovedì 28 aprile 2011

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La velocità come Zeitgeist del moderno.
(Immaginare la
forma della velocità.)


A torto si lamentan li omini della fuga del tempo, incolpando quello di troppa velocità,
non s’accorgendo quello essere di bastevole transito;
ma bona memoria, di che la natura ci ha dotati,

ci fa che ogni cosa lungamente passata ci pare esser presente

Leonardo da Vinci.

Sempre più spesso gli studiosi sono costretti a coniare delle nuove espressioni per meglio definire le moderne cornici argomentative del sapere, per elaborare nuovi paradigmi e nuove matrici disciplinari con le quali riflettere su concetti fino a quel momento ritenuti marginali.

Due di queste espressioni sono: semiocrazia e dromocrazia.

Servono ad enucleare alcuni aspetti della società globale che fini a ieri non esistevano o non erano così importanti. La prima indica la dimensione iperreale e segnica della modernità.

La seconda serve a sottolineare il carattere della velocità, questa “logica della corsa” che contraddistingue l’epoca che stiamo vivendo. Com’è noto la storia dell’uomo è sempre stata una gara contro il tempo, in principio era una corsa per la sopravvivenza o, meglio, una fuga davanti ai predatori, oggi, dopo secoli di metamorfosi, è diventata per molti una competizione per il potere e il controllo.

Dobbiamo a Paul Virilio aver definito la dromologia come la disciplina che studia i fenomeni sociali dal punto di vista della velocità. Drómos in greco bizantino significa corsa. In questo senso la dromologia è una teoria della velocità nella quale si considera (la velocità) come una categoria a sé, capace di spiegare molti fenomeni della modernità e della storia dell’uomo.

La caccia con le mute dei cani o con l’inseguimento a cavallo delle prede sono stati elementi essenziali nello sviluppo della società così come in natura la velocità di un predatore costituisce, di fatto, il fulcro della società animale.

In tempi più recenti la velocità è stato il segno distintivo della rivoluzione industriale. La macchina a vapore e il telegrafo sono i simboli più evidenti di questa rivoluzione. Va da sé, parliamo di velocità e di accelerazione a prescindere della loro formulazione cinetica, privilegiandone gli effetti sociali, politici e di costume. Come è stato da molti sottolineato la guerra, la comunicazione, l’economia, la politica, le reti urbanistiche sono scenari modellati dalla velocità che impone le sue evoluzioni.

In questo contesto la dromocrazia può essere definita il modello di un mondo il cui sviluppo dipende dal suo stesso modello cinetico, ancorato al movimento più o meno veloce delle parti che la compongono, con la conseguenza che l’arte della politica, nella sua accezione classica, e sempre più impotente nel governare l’escalation della tecnica e delle sue applicazioni tecnologiche.

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Il fiume che scorre e la pendola sono le due immagini topiche del tempo che cola via o che va e viene. Ad esso nulla sfugge se non l’eternità, questa pia illusione che pretende di trascendere il mondo sensibile. A differenza dello spazio il tempo non è direttamente sensibile così come è percepibile solo per l’intermediazione di cambiamenti e trasformazioni. Da qui il tentativo di Newton di voler verificare se corrisponde ad una realtà oggettiva e l’idea di Kant per cui esso è il frutto della nostra sensibilità. Intermedia la posizione di Husserl che distingue tra il tempo fisico e il tempo vissuto dalla coscienza.

L’obiettivo di questa esercitazione è di cogliere l’immagine, la situazione o la circostanza che si ritiene meglio “rappresenti” il carattere, anche simbolico, della velocità.

Ogni gruppo può sviluppare il suo elaborato con il mezzo espressivo che meglio ritiene opportuno, disegno, foto, fumetto, collage, immagine elaborata per via elettronica.

L’elaborato dovrà essere consegnato in copia su dischetto, accompagnato da una breve relazione esplicativa.

Non sono accettati altri supporti.

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