D – IED, Milano. Anno accademico 2010-2011
Cattedra di sociologia.
Esercitazione numero QUATTRO.
Giovedì 28 aprile 2011
***
La velocità come Zeitgeist del moderno.
(Immaginare la forma della velocità.)
A torto si lamentan li omini della fuga del tempo, incolpando quello di troppa velocità,
non s’accorgendo quello essere di bastevole transito;
ma bona memoria, di che la natura ci ha dotati,
ci fa che ogni cosa lungamente passata ci pare esser presente
Leonardo da Vinci.
Sempre più spesso gli studiosi sono costretti a coniare delle nuove espressioni per meglio definire le moderne cornici argomentative del sapere, per elaborare nuovi paradigmi e nuove matrici disciplinari con le quali riflettere su concetti fino a quel momento ritenuti marginali.
Due di queste espressioni sono: semiocrazia e dromocrazia.
Servono ad enucleare alcuni aspetti della società globale che fini a ieri non esistevano o non erano così importanti. La prima indica la dimensione iperreale e segnica della modernità.
La seconda serve a sottolineare il carattere della velocità, questa “logica della corsa” che contraddistingue l’epoca che stiamo vivendo. Com’è noto la storia dell’uomo è sempre stata una gara contro il tempo, in principio era una corsa per la sopravvivenza o, meglio, una fuga davanti ai predatori, oggi, dopo secoli di metamorfosi, è diventata per molti una competizione per il potere e il controllo.
Dobbiamo a Paul Virilio aver definito la dromologia come la disciplina che studia i fenomeni sociali dal punto di vista della velocità. Drómos in greco bizantino significa corsa. In questo senso la dromologia è una teoria della velocità nella quale si considera (la velocità) come una categoria a sé, capace di spiegare molti fenomeni della modernità e della storia dell’uomo.
La caccia con le mute dei cani o con l’inseguimento a cavallo delle prede sono stati elementi essenziali nello sviluppo della società così come in natura la velocità di un predatore costituisce, di fatto, il fulcro della società animale.
In tempi più recenti la velocità è stato il segno distintivo della rivoluzione industriale. La macchina a vapore e il telegrafo sono i simboli più evidenti di questa rivoluzione. Va da sé, parliamo di velocità e di accelerazione a prescindere della loro formulazione cinetica, privilegiandone gli effetti sociali, politici e di costume. Come è stato da molti sottolineato la guerra, la comunicazione, l’economia, la politica, le reti urbanistiche sono scenari modellati dalla velocità che impone le sue evoluzioni.
In questo contesto la dromocrazia può essere definita il modello di un mondo il cui sviluppo dipende dal suo stesso modello cinetico, ancorato al movimento più o meno veloce delle parti che la compongono, con la conseguenza che l’arte della politica, nella sua accezione classica, e sempre più impotente nel governare l’escalation della tecnica e delle sue applicazioni tecnologiche.
********
Il fiume che scorre e la pendola sono le due immagini topiche del tempo che cola via o che va e viene. Ad esso nulla sfugge se non l’eternità, questa pia illusione che pretende di trascendere il mondo sensibile. A differenza dello spazio il tempo non è direttamente sensibile così come è percepibile solo per l’intermediazione di cambiamenti e trasformazioni. Da qui il tentativo di Newton di voler verificare se corrisponde ad una realtà oggettiva e l’idea di Kant per cui esso è il frutto della nostra sensibilità. Intermedia la posizione di Husserl che distingue tra il tempo fisico e il tempo vissuto dalla coscienza.
L’obiettivo di questa esercitazione è di cogliere l’immagine, la situazione o la circostanza che si ritiene meglio “rappresenti” il carattere, anche simbolico, della velocità.
Ogni gruppo può sviluppare il suo elaborato con il mezzo espressivo che meglio ritiene opportuno, disegno, foto, fumetto, collage, immagine elaborata per via elettronica.
L’elaborato dovrà essere consegnato in copia su dischetto, accompagnato da una breve relazione esplicativa.
Non sono accettati altri supporti.
*****