A – IED, Milano. Anno accademico 2009-2010
Cattedra di sociologia.
(Esercitazioni)
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Esercitazione numero nove.
UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE.
(A partire da “Le monde au temps des surréalistes(°)”, in Variété, Bruxelles 1929.)
La geografia immaginaria è un elemento essenziale della letteratura come delle arti. Qualunque forma di “racconto”, romanzo, storia, film, fumetto, cronaca, sequenza d’immagini presuppone una forma di “geografia” così come presuppone una forma storiografica e una epistemologia immaginaria. Che poi la carta di questa geografia sia disegnata poco importa, anche se inevitabilmente costituisce una mappa cognitiva. Per quanto immaginario il “luogo” di una narrazione è sempre un avatar di un territorio vero e la sua mappa è la rappresentazione del sistema dei segnali inscritti su di esso. Infatti, qualsiasi mappa, anche quella di un territorio reale, è inutile senza un sistema segnaletico che la decifri, fino al punto che sono i segnali stessi a “fare” il territorio, non il loro presunto supporto materiale.
Nelle carte immaginarie, però, il carattere narrativo è sempre prevalente e questi si evidenzia, nella maggioranza dei casi, a partire da un soggetto, da una situazione e/o da un viaggio. Del resto, è proprio grazie ai viaggi che i luoghi-dove-sono-i-leoni (in origine, la locuzione latina hic sunt leones compariva sulle carte geografiche dell’antica Roma in corrispondenza delle zone inesplorate dell’Africa e dell’Asia) possono essere cartografati.
Altre geografie immaginarie sono quelle costituite dai “campi semantici”, dalle passioni, dagli imperativi morali. Qui i viaggi sono di conoscenza (alla ricerca di un sapere) o di autocoscienza (alla ricerca del proprio essere) e si compiono inseguendo una metafora o il mondo delle chimere, il “vello d’oro” degli Argonauti, il tesoro dei pirati nascosto nelle isolette dei Caraibi, le odissee nello spazio alla ricerca di nuovi mondi abitabili.
In questa prospettiva, dal punto di vista morfologico, i territori immaginari non sono di meno di quelli reali, anche se c’è una differenza tra la funzione d’uso delle carte reali e la funzione di produzione di quelle immaginarie. In ogni modo, quando queste due funzioni si fondono abbiamo le carte congetturali, dove il noto si mescola all’immaginato, consentendo una connessione che mette in luce la fascinazione, sapienziale ed estetica, delle terrae incognita. Rende evidente altri sogni, altre utopie, altre speranze. Costruisce ed impone altre prospettive all’ovvio.
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Scopo dell’esercitazione è di descrivere, attraverso una mappa o una carta, un tema di attualità, rivelandone, con la sua cartografia immaginaria, i caratteri che si ritengono salienti o specifici a rivelarlo.
Questa esercitazione può essere realizzata con gli strumenti “visivi” che si ritengono più opportuni.
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L’elaborato dovrà essere presentato su dischetto, accompagnato da una breve relazione esplicativa.
Non sono accettati altri supporti.
(°) – In questa mappa gli imperialismi vacillano, l’isola di Pasqua incombe sull’Australia, il Labrador sugli Stati Uniti. Due sole città in Europa meritano di essere ricordate, Parigi e Costantinopoli. Ma forse ciò che più conta è la linea dell’Equatore che vacilla sulla sua rettitudine!