IED – Sociologia – Anno accademico 2008-2009.
Tema della quinta esercitazione.
IL LABIRINTO, DA TOPOI A CAMMINO DELLA COMPLESSITÁ. (parte prima)
***
Traccia per l’esercitazione.
Che cos’è un labirinto? Al di là della sua forma architettonica spiegarlo è più complicato di quello che appare, anche perché da tempo questa espressione si usa in numerosi contesti e con i significati più diversi. Per cominciare si può dire che il labirinto è presente come immagine, a partire dalle sue implicazioni oniriche e magico-rituali, sin dagli albori dell’umanità, in altri termini può essere definita un’espressione archetipica.
I labirinti non sono tutti uguali. In alcuni si deve trovare la maniera di uscirne, in altri di attraversarli, in altri ancora è importante il modo in cui si percorrono. Non sempre il loro cammino è ingannevole, non sempre ci sono biforcazioni e non sempre c’è una meta.
Possono assumere le forme più diverse. Di fatto, possono essere naturali, artificiali o misti.
Secondo la forma del tracciato possono essere geometrici o irregolari. Secondo la forma del percorso il labirinto può dipanarsi con svolte rettangolari, curvilinee o miste. Dal punto di vista della loro forma possono essere rettangolari, circolari o irregolari, e poi, simmetrici o asimmetrici. Il loro centro può essere un punto di arrivo o solo di passaggio se è multicentrico. Il centro può essere chiuso o aperto. I labirinti possono essere centripeti o centrifughi, a seconda che il loro tracciato inizi dal centro o finisca in esso. Anche se rari, ci sono labirinti tridimensionali, come i sacrari megalitici dell’isola di Malta. Infine, le biforcazioni possono essere semplici o complesse, avere degli snodi obbligatori, perché non si può non passare da essi, o vessatori, che riportano sempre allo stesso punto.
Alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi che sono figure legate alla condizione umana, insieme al cerchio, al quadrato, al triangolo. Queste figure, in sintesi, servirebbero ad organizzare e a concepire un’idea di mondo, a rappresentare il tortuoso cammino della conoscenza. (Chi entra in un labirinto è costretto ad affrontare uno dei problemi più importanti dell’esistenza, quello della scelta. Solo una delle due o tre vie che si aprono di fronte a chi lo percorre è quella giusta, l’altra o le altre lo inducono in errore, da qui l’idea del labirinto come luogo di perdizione.)
Come è facile constatare prima di essere una fantasia architettonica il labirinto è un simbolo possente.
La sua esistenza materiale non è che una parte della sua storia e il suo potere evocativo risale all’origine dei tempi. Di fatto è uno tra gli oggetti culturali onnipresente in ogni epoca.
Spesso è stato il campo di battaglia dei sentimenti dell’uomo e la sua lunga marcia attraverso i secoli lo ha reso polisemico. Più di una cultura si è impadronita dei suoi simbolismi per separare l’alto dal basso, il bene dal male, il corpo dallo spirito, il piacere dal dolore, così come per rappresentare la relazione della madre con il figlio, degli dei con l’uomo.
Per la chiesa il labirinto è il percorso della redenzione, per il buddismo è una immagine del mandala. Il processo di formazione del cosmo, la via verso il tutto. Per la massoneria è l’immagine della ricerca interiore. Sui pavimenti delle cattedrali è un invito a riporre fiducia in dio. Un invito al viaggio salvifico. Nella tradizione della Cabala – ripresa dalla tradizione alchemica – il labirinto è il lavoro dell’Opera, cioè della grande trasmutazione delle cose. Infine, non è raro trovare il labirinto nei sogni come annuncio di una rivelazione, come avventura interiore che si può accettare o perdere.
Obiettivo dell’esercitazione. Interpretare con la forma di un labirinto un sentimento, una sensazione, un vizio o una virtù.
Ogni gruppo può elaborare l’immagine di questa esercitazione con il mezzo espressivo che meglio ritiene opportuno, disegno, foto, fumetto, collage, rappresentazione elaborata per via elettronica.
*********************************
L’elaborato dovrà essere presentato stampato su carta e in dischetto, accompagnato da una breve relazione esplicativa. Non sono accettati altri supporti.