IED – Sociologia – Anno accademico 2008-2009.
Tema della quinta esercitazione.
I “NONLUOGHI”, INFERNI O PARADISI? (parte seconda)
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Traccia per l’esercitazione.
I non-luoghi più complessi e problematici, all’interno delle grandi aree metropolitane, sono costituiti dai “centri commerciali” (shopping centre, o shopping mall). Tecnicamente sono delle costruzioni, situate nella banlieue, che comprendono sotto lo stesso tetto un insieme di attività commerciali al dettaglio, di servizi e di occasioni di loisir. Queste costruzioni sono concepite per favorire gli acquisti attraverso la climatizzazione dello spazio, scale mobili, musica ambiente, parcheggi gratuiti, attrazioni per i giovani. In molti casi includono anche degli ipermercati che hanno una funzione di traino per il pubblico.
All’apparenza sono il risultato dell’urbanizzazione crescente e dell’aumentato livello di vita, una naturale evoluzione delle gallerie mercantili del secolo scorso e, più in là, dei souk arabi (i mercati della médina) o, meglio, dei bazar persiani, di cui spesso portano ancora il nome (bazar, alla lettera, significa il “posto dei prezzi”).
Ma è proprio cosi?
Marc Augé, studiandoli con l’occhio dell’antropologo sociale, ha messo in luce alcuni aspetti immateriali che ne fanno dei veri e propri santuari di un nuovo modello di vita, dove il tempo si ferma in un eterno presente senza storia, dove la solitudine di coloro che vi transitano spinge a comportamenti compulsivi, dove la vera vita è sospesa e la merce esaltata come una panacea, dove l’ansia dello straniero in transito è compensata da una sensazione di sempre uguale sia pure sotto scenografie diverse. Di più, notano gli urbanisti, questi centri stanno diventando dei grandi buchi neri dentro e intorno ai quali niente è più come prima. Le merci sono sempre più scadenti ed inutili, tutt’intorno fanno dei deserti commerciali distruggendo le attività artigianali , i piccoli negozi e riducendo l’occupazione, si mutano in isole dove si accede solo con l’automobile creando danni ambientali e inquinando l’atmosfera e, non da ultimo, si stanno trasformando in bunker continuamente monitorati che offendono la privacy e riducono la piacevolezza di quella che un tempo era la flänerie.
Anche il loro sviluppo è controverso, da una parte scricchiolano e tendono ad implodere, come sta avvenendo al South China Mall di Donngguan, in Cina. Dall’altra stimolano nuovi modi di viverli, come è, per esempio, il mall walking o nuove mitologie, come Virtuty, lo shopping mall di Second Life.
Obiettivo dell’esercitazione.
Scegliere uno tra questi, che costituiscono i più grandi mall del mondo, ed enuclearne da una parte l’atmosfera, dall’altra un carattere scenografico significativo:
South China Mall (Dongguan), Golden Resources Shopping Mall (Beijing), SM Mall of Asia (Pasay City), Cevehair Istambul (Istambul), West Edmonton Mall (Alberta), SM Megamoll (Mandaluyong), Berjaya Times Square (Kuala Lampur), Vista Largo Store (Duluth), Mall of America (Bloomington), The Mall (Bristol).
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Ogni gruppo può elaborare l’immagine di questa esercitazione con il mezzo espressivo che meglio ritiene opportuno, disegno, foto, fumetto, collage, rappresentazione elaborata per via elettronica.
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L’elaborato dovrà essere presentato stampato su carta e in dischetto, accompagnato da una breve relazione esplicativa.
Non sono accettati altri supporti.