IED – Esercitazione 1 – 2008-09 (1 e 2)

PRIMA E SECONDA ESERCITAZIONE:
LE CITTA’ DELL’UTOPIA E GLI UTOPISTI.

Ottobre 2008
Tema dell’esercitazione:
UNA CARTOLINA DA…
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Perché questo tema?
In una recente conferenza a Londra l’ONU ha sottolineato il fatto che metà della popolazione mondiale vive in una città e, si valuta, che entro il 2030 più di due terzi dell’umanità vivranno in un’area metropolitana. 

La parola è il concetto di “utopia” sono nati da un libro di Thomas More, altre ne sono seguite, anche se la stragrande parte delle utopie non sono esistite che sulla carta stampata.
L’utopia può essere politica, sociale, economica, ecologica, progettuale, architetturale, di fatto concerne tutto il campo del pensiero e delle attività degli uomini.
Possiamo definirla la figurazione di un’idea: quella di un mondo ideale, ma non resta mai un’idea astratta perché ha bisogno di una rappresentazione, diviene immagine, piano, progetto, quadro, celebra l’immaginazione e la riflessione, da vita alle illusioni della notte.

Chi sono e che società ci propongono gli utopisti?
Dobbiamo per cominciare rilevare un fatto singolare, lo studio della città, cioè, l’urbanistica, una delle tante scienze positive che nascono all’inizio del diciannovesimo secolo, è stata preceduta da una stagione di “utopie”, tra cui abbondano i progetti di città ideali, da Moro, a Tommaso Campanella a  Francesco Bacone.
Rappresentano il sogno di un mondo ideale e allo stesso tempo di una cristallizzazione della società nella prospettiva di una perfezione senza fine.

Secondo Lewis Mumford le utopie sono di due tipi, quelle di evasione che aspirano a liberare da subito dalle costrizioni del presente e quelle di ricostruzione che tendono a costruire le premesse per una liberazione futura.
In generale le utopie hanno questo che le caratterizza, sono ricorrenti nella storia dell’umanità e si manifestano soprattutto nei momenti di declino o di passaggio.
L’Ottocento, in particolare ha visto anche una grande fioritura di scrittori utopistici, dall’americano Thomas Spence (1750-1814) allo scrittore inglese Herbert George Wells (1866-1946), più conosciuto come H.G. Wells.  (Un suo romanzo, La guerra dei mondi, nell’adattamento radiofonico di Orson Welles del 1938 farà scoprire al mondo il potere di sincronia della radio.  Lo vedremo in seguito.  Una curiosità, H.G. Wells nei panni di uno scienziato compare anche in una serie di racconti di Dylan Dog.)
La ragione di questa fioritura è evidente, considerate le tensioni che hanno attraversato il secolo, lo scontro tra città e campagna, tra Capitale e Lavoro, tra innovazione e conservazione, i profondi mutamenti del paesaggio fisico e sociale.
Insomma, da una parte c’era la società che conosciamo, perché l’abbiamo ereditata, dall’altra le speranze di coloro che non volevano credere che questo fosse il migliore dei mondi possibili.

In questa prospettiva c’è un passaggio importante, deriva dalle vicende politiche e dagli eventi del 1848.
Fino a questa data le utopie descrivevano un progetto di società ideale o di come la società sarebbe dovuta diventare.
Dopo questa data la componente sociale si attenua ed emergono sempre di più gli aspetti meramente tecnici, soprattutto in ordine all’abitabilità, all’igiene, alla gestione dei tempi e degli stili di vita.
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Gli “utopisti” che prenderemo in considerazione nella prima esercitazione sono:
Thomas More, Tommaso Campanella, Robert Owen, Claude-Henri de Saint-Simon, Charles Fourier, Jean Baptiste Godin, James Buckingham, Ebenezer Howard, Arturo Soria y Mata.

Gli “utopisti” che prenderemo in considerazione nella seconda esercitazione sono:
Toni Garnier, Antonio Sant’Elia.
In particolare, i tre architetti che vollero, attraverso le idee dell’Illuminismo, riscrivere con la poesia dell’invenzione monumentale la prospettiva neoclassica, Claude Nicholas Ledoux, Étienne-Louis Boullée, Jean-Jacques Lequeu.
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Le città dell'utopia - esercitazione

Le città dell'utopia - esercitazione

Le città dell'utopia - esercitazione

Le città dell'utopia - esercitazione

Le città dell'utopia - esercitazione

Le città dell'utopia - esercitazione

Le città dell'utopia - esercitazione

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