L’Altro da sè (Ovvero, l’ombra dell’Altro, il Cosplay) – IED – Esercitazione 14 – 2010-2011

A – IED, Milano. Anno accademico 2010-2011

Cattedra di sociologia.
(Esercitazioni)
Esercitazione numero quattordici.
Lunedì 4 marzo 2011.

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L’ALTRO DA SE’

(Ovvero, l’ombra dell’Altro, il Cosplay)


La lingua greca distingue l’Altro plurale (allos, alius in latino) dall’Altro singolare (hétéros, alter in latino). L’hétéros – che significa l’uno dei due – è l’opposto di autos, stesso.

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Nella linguaggio corrente “altro” è il distinto, il differente, lo straniero, il separato, da cui alternanza, alternativa, alterco.

Preceduto dall’articolo è ciò che si oppone allo stesso o all’identico.

Al plurale, gli altri, è confronto e affronto, la donna come l’altro dall’uomo, la follia come l’altro dalla ragione

Nell’idealismo tedesco è ciò che istituisce l’identità. Nella psico-analisi l’Altro (con la maiuscola) è ciò che si contrappone all’altro (con la minuscola) inteso come espressione dell’immaginario e del simbolico (la legge, la lingua, l’inconscio) che determina il soggetto.

Per Martin Heidegger l’essere-con-l’altro è ciò che contribuisce al Dasein (all’esserci) ed è ciò che determina Mitsein (l’essere con).

**Diventare adulti significa rompere l’interdipendenza con i genitori (vale a dire, superare la dinamica edipica) e instaurare l’intersoggettività, abbracciare l’universalmente umano, imparare ad amare se stesso come l’Altro da se, ovvero, come un essere umano.

Se poi consideriamo – come ha dimostrato Sigmund Freud – che i confini del Sé sono permeabili allora dobbiamo anche considerare il fatto che il nostro Io può incorporare, nella relazione con l’Altro, alcuni dei suoi caratteri e che, di riflesso, nasca la pretesa che l’Altro, per essere se stesso, dev’essere simile al nostro Sé.

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Il cosplay (l’origine della parola è inglese ed è la contrazione di costume playing) nasce in Giappone a cavallo tra gli anni Settanta e i primi anni Ottanta, contemporaneamente al diffondersi delle esposizioni internazionali dei comics. In quella di Tokio, una delle più importanti, molti giovani iniziarono a vestirsi per gioco come i protagonisti più popolari di questi fumetti, prima semplicemente con dettagli o accessori poi con costumi completi.

In Italia la pratica del cosplay inizia alla fine degli anni Novanta, sia in seguito al diffondersi delle produzioni giapponesi (come, Sailor Moon, Neo Genesis Evangelion, Dragonball, Bersek), sia per il diffondersi di Internet che ha consentito una più ampia conoscenza della realtà giapponese.
Oggi indossare un costume è ancora importante, ma le nuove tendenze si spingono fino all’allestimento di vere e proprie coreografie che vanno ben oltre il travestirsi da manga.

In Giappone ci sono da tempo sfilate e concorsi e il cosplay è diventata una vera e propria sottocultura, i personaggi non sono più solo quelli dei fumetti, ma l’ispirazione arriva ora anche dal cinema e dalla televisione e ciò ha reso il fenomeno ancora più suggestivo e popolare e forse più complesso visto che il personaggio che s’impersona dev’essere sempre più plausibile e si deve interpretarne l’agire.

Rispetto al mascheramento tradizionale – com’è quello del Carnevale – in Giappone il cosplay si pratica in ogni occasione, compresi, per esempio, i congressi scientifici, la rievocazione di fatti storici, i raduni per i giochi di ruolo. In questo senso è più simile al crossdressing che ad un semplice mascherarsi. Le scene di cosplay, il più delle volte integrate da musica, suoni e luci, possono essere “giocate” nei teatri, ma anche per strada o nelle stazioni della metropolitana e spesso sono ricompensate oltre che dagli applausi, anche da piccole somme di denaro.

La tendenza più attuale in questo momento in Giappone è quella d’imitare periodi storici della

cultura europea e tradurli in filmati più o meno lunghi, ma sempre attraversati da una vena surreale ed ironica. In rete i siti dedicati a questo fenomeno sono oramai centinaia, così le pubblicazioni che tentano d’interpretare questo desiderio di essere l’Altro da sé.

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Obiettivo dell’esercitazione è d’interpretare un cosplay su un tema a scelta e di documentarlo con il mezzo che si vuole, fotografia, effetti speciali, breve filmato, muto o con sonoro. Il giudizio di merito terrà conto non solo degli aspetti formali, ma anche del tema scelto.


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