Il paradigma della vita e le sue ragioni – Esercitazioni svolte

Lavori realizzati per l’esercitazione
Il paradigma della vita e le sue ragioni

























































































Pubblicato in IED - Esercitazioni 2011-12 | 1 commento

Esercitazione finale – A.A.2011-12

D – IED, Milano.  Anno accademico 2011-2012
Cattedra di sociologia.

Esercitazione finale.
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Luoghi immaginari.  Dove abitano i sogni?
Sul piano individuale l’immaginario testimonia della soggettività degli individui ed esso appartiene alla singolarità delle storie personali.

“Lasciò alla sua assistente il compito di rispondere al telefono e chiudere lo studio. Era ansiosa di ritirare dal corniciaio sulla Mühle Gasse l’ultimo suo acquisto, un’incisione della fine del XVII secolo di La Carte du Tendre, un paese immaginario ispirato da Clélie, Histoire romaine di Madeleine de Scudéry, Saffo, come l’avevano soprannominata secondo la moda del tempo i suoi ammiratori, che accorrevano numerosi ai suoi sabati licenziosi.  Era una rappresentazione topografica e allegorica delle differenti tappe della vita amorosa secondo le «preziose» dell’epoca. Helga si era innamorata di questa incisione fin dal primo momento che l’aveva vista nella vetrina di un antiquario sulla Brunn Gasse, vicino alla Predigerkirche. L’incisione era rozza, ma esprimeva un candore surreale sotto il quale aveva intravisto un’impronta anatomica che le evocava, stilizzata, la regione pelvica femminile. Una personificazione retorica del potere virginale di Eva in un tempo in cui tutti si rifiutavano di riconoscerlo…”.

Madeleine de Scudéry 1607-1701), Saffo, è una delle figure letterarie più importanti del diciassettesimo secolo.  La Scudéry è l’autrice dei due più lunghi romanzi della letteratura francese, una sorta di trattato di anatomia amorosa in cui sono minuziosamente descritte le gelosie, le inquietudini, le impazienze, le gioie, i disgusti, le disperazioni, le rivolte, i furori dei sentimenti vissuti.

La Scudéry voleva essere amata follemente, ma con rispetto. Una contraddizione per i suoi tempi, che pensò di risolvere cercando un amante al posto di un marito, passando così per avida e licenziosa, mentre lei si riteneva audace.
Fu messa alla berlina da Molière in Les précieuses ridicules, che non capì il suo sogno di un paese ideale dove gli uomini devono trovare il cammino del cuore delle dame tra pericoli e prove di coraggio.
Tendre ha tre città e un fiume, Inclinazione, dove si gettono due affluenti, Stima e Riconoscenza.  Le tre città stanno a fianco di questi tre fiumi. Per andare da Nouvelle-Amitié a Tendre-sur-Estime bisogna passare per il Grand-Esprit e i deliziosi villaggi di Beiversi, Bigliettigalanti, Bigliettidolci, circondati da boschi lussureggianti e da erbe officinali tra cui abbondano le stelline odorose, chiamate anche Waldmeister, le cui piantine venivano messe dalle donne impudiche a macerare nel vino bianco e le sue radici raccolte dalle vecchie signore per tingere di un rosso ineguagliabile la lana. Il fiume Inclinazione scorre su queste terre lentamente perché è domestico mentre il mare è pericoloso perché battuto dalle passioni. Quanto al lago chiamato Indifferenza rappresenta la noia.
Il successo di questo paese immaginario fu immediato, come una carta moschicida attirò l’attenzione di calvinisti, libertini e giansenisti a cominciare dall’abate d’Aubignac che creò a sua volta una Carte de Coquetterie…”.

“Un raggio di sole illuminava la sua carta di Tendre, si stirò e sbadigliando si alzò dal letto.  Il villaggio di Bigliettigalanti riluceva dietro il vetro della cornice. Le précieuses ridicules che si raccoglievano nel salotto di Catherine de Rambouillet amavano le arti e le lettere, ma fino a un certo punto. Fino a quando i rosoli bevuti non avevano fatto il loro corso e le giovani figlie de la meilleure naissance, gli occhi addolciti dall’alcol, non cominciavano a spegnere le candele e a sciogliersi i nastri dai capelli. François de Malerbe aveva anagrammato Catherine in Arthénice, un nome più adatto a suo giudizio per le sue mises blu. Un nome sotto l’influenza di Nettuno e protetto dai topazi, che arrecava una salute di ferro e amori fragili.”
(Tratto da, Le ragazze della Via Paal, 2009)
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L’obiettivo di questa esercitazione è di “visualizzare” uno dei luoghi della Carte du Tendre e, eventualmente, trasporlo nella modernità.
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Ogni studente o ogni coppia di studenti può elaborare l’immagine di questa esercitazione con il mezzo espressivo che meglio ritiene opportuno: disegno, foto, fumetto, collage, video, rappresentazione elaborata per via elettronica.
L’elaborato, su chiavetta, dovrà essere illustrato e consegnato in copia accompagnato da una breve relazione esplicativa.  Non sono accettati altri supporti.
(N.B. – In rete si possono trovare altre carte di Tendre.)


Clélie, una storia romana, un trattato di anatomia amorosa o piuttosto criminalis.  Madeleine apre una ferita tra il desiderio e la morale, tra l’inquietudine del sentire e la virtù dalla lascivia.  La medica con la grazia dall’amore e la noncuranza delle giovani donne.  Imbevuta di virtù cristiane in un secolo che le ostenta insegue il divenire delle passioni sulle rive del lago di Venere, tra i vicoli di Bigliettigalanti, lontano dalla battigia di un mare percorso da venti che scompigliano i capelli.
Qui il desiderio si coniuga con la crudeltà, il cuore si apre più veloce dei lacci del corsetto, la nudità perde ogni inquietudine ed è ricondotta alla sua ob.scena natura: di elevazione.  Non c’è che un vincitore a Tendre: la bellezza trasognata di quello che un tempo era la Venus coelesti.

Questa esercitazione vale tre punti per il vincitore o i vincitori, due punti per l’interpretazione più interessante del tema e un punto per il terzo progetto classificato.

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AVVISO!


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UNO.
Si ricorda che la partecipazione alle esercitazioni e all’esame in forma visuale è riservato esclusivamente agli studenti che non hanno fatto più di due assenze.
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DUE.
Esito della prima esercitazione:  “Il Paradigma della vita e le sue ragioni”.

(CG An., Video D., Sound D., Media D.)
Gloria Spataro, Carola Varini – 3 punti.
Irene Caviglia, Maria G.Monico – 2 punti.
Paolo Pacucci, Ilaria Bertuetti – 4 punti.
Manuel Capitani, Ruben Musto – 2 punti.
Claudia La Rosa, Nicolò T. Braggion – 2 punti.

(A tutti gli altri partecipanti un punto.)
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(Graphic D., A e B, Illustrazione.)
Isabella Giorgini (votata dalla Lega Antivivisezionista) 5 punti.
Solimeo Serena – 3 punti.
Cinzia Zaccagni, Silvia Merlo – 3 punti.

(A tutti gli altri partecipanti 2 punti.)
+++
(Fotografia A, B.)
Francesco Di Cecca – 2 punti.
P. Del Papa, Matteo Bandiello – 3 punti.
Chiara Malaspina – 3 punti.
Silvia Calzolari, Giorgia Rizzo – 2 punti.

(A tutti gli altri partecipanti un punto.)

N.B. – Da questi punteggi sono esclusi gli studenti che non si sono presentati alla cattedra al momento della presentazione dell’esercitazione.
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TRE.
Tutti quelli che ne hanno diritto e si sono iscritti all’esame in forma visuale nei tempi prescritti sono stati accettati.
L’elenco formale verrà messo in rete dopo che sarà stato comunicato dalla cattedra alle rispettive segreterie.
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Il paradigma della vita e le sue ragioni – Esercitazione

IED, Milano. Anno accademico 2010-2011

Cattedra di sociologia.

(Esercitazione)

Il paradigma della vita e le sue ragioni.

Non esistono animali superiori e inferiori, così come non esistono razze umane
superiori e inferiori, ma esistono esseri viventi dotati di peculiarità uniche e
come tali rispettabili e inviolabili.
Il problema non è: Possono ragionare?, né: Possono parlare?, ma: Possono soffrire?”

Jeremy Bentham.

Con l’invenzione della voce e l’abilità acquisita dalla mano nell’impugnare una pietra
resa tagliente dall’arguzia il
pan sapiens divenne un lupo per se stesso e
gli altri esseri viventi condannandosi ad un mondo che gli si è rivelato sempre più ostile.

Bernard Rosenthal.

L’antispecismo è un movimento di riscatto della dignità dell’esserci (Dasein) che ha profonde radici culturali e politiche, diffuso dappertutto nel mondo, soprattutto tra i giovani.

In particolare l’antispecismo rifiuta la discriminazione arbitraria fondata sui presunti valori “metafisici” della specie umana. Esso sostiene che la sola appartenenza biologica ad una specie diversa da quella umana non giustifichi moralmente o eticamente il diritto di disporre della sua vita, della sua libertà e del suo lavoro di essere senziente o ridotto in schiavitù.

In questo senso gli antispecisti si battono affinché gli interessi degli “animali non umani” vengano considerati fondamentali in sé tanto quanto quelli degli umani, cercando di destrutturare i luoghi comuni di effimere certezze millenarie e di ricomporre la società umana in base a criteri di equità che non causino sofferenze inutili, e quindi evitabili, alle altre specie viventi e danni al pianeta.

Le capacità di sviluppare il sentire, di provare sensazioni, come il piacere o il dolore, di interagire con l’ambiente, di manifestare una volontà e dei desideri, di intrattenere rapporti sociali, non sono mai state, se non ricorrendo ad un interessato autoinganno, prerogative esclusive della specie umana.

Pertanto queste capacità negli animali (per la Bibbia sono anime viventi) suggeriscono e impongono da tempo immemorabile una revisione del loro status. Semplicemente essi dovrebbero essere definiti “persone non umane” a cominciare da subito dalla famiglia Hominidae e decretando una moratoria per tutti gli altri già condannati dalla ferocia degli interessi economici dell’uomo.

Né deriverebbe una trasformazione profonda dei rapporti tra le specie tale da prefigurare un rapido e radicale ripensamento della società così come oggi la viviamo trasformandola in una reale comunità di esseri viventi più giusta, solidale, libera e compassionevole.

In questo senso l’antispecismo si oppone allo specismo (°) inteso come un pensiero unico dominante della modernità basata sulla legge del diritto del più forte e sulla repressione del più debole, orientata alla difesa dell’interesse personale e del patrimonio, a discapito dei diritti, dell’uguaglianza e della solidarietà nei confronti dei più deboli tra gli animali umani e non umani.

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Gli studenti possono partecipare a questa esercitazione in due modi.

Primo. Progettare un manifesto, una spilla e una t-shirt per una giornata di riconciliazione dell’uomo con gli animali e l’ambiente fondata non sulla pietà, ma sulla ragione, non sull’orrore da mascherare, ma sul riconoscimento dei valori della vita nella convinzione che una sola morte ancora è una morte di troppo.

Secondo. Realizzare un breve filmato (max. 5 minuti) che contenga questo messaggio: no all’uso della vita, della sofferenza e della libertà degli animali per la sperimentazione, la produzione e la ricerca. Sì al riconoscimento degli animali come “persone non umane”.

Di ognuna delle lezioni – del lunedì, del martedì e del mercoledì – che riunisce più classi possono partecipare a questa esercitazione i primi dieci studenti o coppie di studenti che s’iscriveranno inviando i loro dati ( nome cognome, classe, numero di matricola) all’e-mail: gesmos@gmail.com. Fa testo per l’iscrizione l’ordine di ricevimento.

Ai primi tre elaborati sarà riconosciuto un punteggio di quattro punti da aggiungere al voto finale. Se il voto finale è già superiore al ventotto vale la lode. Al quarto e quinto elaborato saranno riconosciuti due punti da aggiungere al voto finale.

Ad insindacabile giudizio del docente altri punti saranno eventualmente assegnati agli elaborati particolarmente significativi.

(°) – Lo specismo è un pensiero discriminatorio fondato sull’idea che gli animali appartenenti alla specie umana abbiano diritti superiori a quelli appartenenti alle specie non-umane.

Alla base dello specismo vi è una visione antropocentrica della natura che affonda le proprie radici sia in una errata interpretazione del darwinismo, che nella religione (Dio avrebbe creato gli animali non-umani per porli al servizio degli animali umani) o, semplicemente, nell’ignoranza.

Il termine specismo è stato coniato nel 1970 da Richard Ryder, uno psicologo inglese animalista, e successivamente delineato, soprattutto da un punto di vista etico, da Peter Singer, un filosofo di origine australiana, che lo ha definito:“Un pregiudizio o atteggiamento di prevenzione a favore degli interessi dei membri della propria specie e a sfavore di quelli dei membri di altre specie”.

Non si nasce specisti ma lo si diventa per ragioni culturali. Fin dall’infanzia ci viene detto che è “naturale” pensare che gli esseri umani hanno diritti (alla vita, alla felicità, alla libertà, all’autonomia) che le altre specie viventi invece non hanno. E’ specista il linguaggio, sono speciste le leggi, sono specisti il pensiero dominante e quello non-dominante, le forme del pensiero politico e del pensiero religioso (salvo il giainismo e alcune componenti del buddhismo).

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Appendice.

Mangiare carne conviene? A chi conviene mangiare carne?

Secondo l’Agenzia Internazionale dello Sviluppo (AID), una delle due istituzioni che compongono la Banca Mondiale, l’attuale produzione di vegetali sarebbe sufficiente a sfamare oltre undici miliardi di persone con una quota di calorie più che bastanti ad una vita attiva. Purtroppo una parte significativa di questa produzione è da sempre destinata all’allevamento degli animali per la produzione della carne.

La maggior parte di questi animali trasformano i vegetali in carne e, in sub ordine, in latte e uova per il consumo umano. Questa trasformazione comporta una perdita significativa di “energia” che da qualche tempo non è più sostenibile, infatti una parte dei nutrienti serve a regolare il metabolismo, un’altra a produrre tessuti non commestibili come sono le ossa, la pelle, la cartilagine e buona parte delle frattaglie. C’è poi da calcolare l’energia che va persa attraverso le deiezioni.

Un ettaro di terra destinato all’allevamento bovino mediamente produce un venticinquesimo delle proteine che si potrebbero ottenere con la coltivazione della soia. Patate e riso hanno un rendimento energetico di una decina di volte superiore a quello della carne di manzo e del pollame e sono da un punto di vista ambientale ecologicamente sostenibili.

Per portare un chilo di carne sul banco del macellaio, secondo il Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione, è necessario più di una dozzina di chili di cereali. Negli Stati Uniti vengono impiegate più di centocinquanta milioni di tonnellate di soia e di cereali per ottenere poco più di ventimilioni di tonnellate di carne, di uova e di latte. Ma non basta, c’è il consumo idrico. Per produrre un chilo di carne occorrono all’indotto di produzione intorno a centomila litri d’acqua, a questo vanno aggiunte le emissioni di gas ad effetto serra proveniente dagli allevamenti nella duplice forma di metano prodotto dal sistema digerente degli animali, sia dai loro escrementi e la deforestazione per avere nuovi pascoli.

Ci sono molti pareri su una dieta a base di vegetali, ma un dato è oramai fuori discussione come di recente ha ancora una volta sottolineato il Journal of the American Dietetic Association, una dieta vegetariana è in grado di soddisfare le raccomandazioni nutrizionali sui nutrienti.

A proposito di questo sia la FAO che l’ONU hanno dichiarato come solo una corretta alimentazione a base vegetariana potrà realisticamente salvare il pianeta dai disastri della fame, dell’obesità e da molte patologie direttamente legate agli errori dietetici.

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(Questa esercitazione è realizzata con la collaborazione di Vanna Brocca, direttore responsabile del giornale della LEAL – Lega Antivivisezionista.)


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