I.E.D. – WORKSHOP 2021 – Terza Esercitazione

LA CITTÁ CHE SALE

(The social landscape)

Landscape” means an area, as perceived by people,
whose character is the result of the action and interaction of
natural and/or human factors .
(Dal documento sulla convenzione europea del paesaggio.)

Nel 1910 Umberto Boccioni rende omaggio a Milano con un’opera che diverrà famosa, La città che sale.  Tecnicamente la tela ha ancora un taglio divisionista, anche se il tema è futurista e si discosta dal soggetto delle periferie urbane con cui questo artista aveva attraversato la stagione del naturalismo e del simbolismo. 

Ne La città che sale c’è l’esaltazione della forza e del movimento.  Dell’azione, che fonde in un unico slancio uomini e cose.  Del lavoro, che plasma i luoghi ed esalta il mito dell’uomo moderno.  Come Boccioni stesso scrive il compito che si era dato era di esaltare “il frutto del nostro tempo industriale” e Lavoro è proprio il titolo originale con cui quest’opera fu esposta per la prima volta alla “Mostra d’Arte Libera di Milano” nel 1911.

Oggi questa tela è diventata importante anche per un altro motivo, è considerata il primo documento visivo di quello che viene definito un social landscape, cioè di un paradigma visuale che riflette il volto sociale della modernità e i processi di cambiamento culturale e ambientale che plasmano la nostra identità collettiva.

Di recente la “Convenzione Europea sul Paesaggio”  ha assunto la percezione sociale come un elemento strutturale e fondativo del paesaggio stesso, in altri termini, la coscienza che gli abitanti di un luogo hanno di esso segna il passaggio da “territorio” a “paesaggio”.

In sintesi si ritiene che l’uomo e l’ambiente siano tra di loro legati da una interrelazione di cui il paesaggio costituisce un processo di significazione e di elaborazione culturale. 

La percezione del paesaggio assume così un’importanza strutturale ai fini di come l’individuo percepisce il proprio mondo e, di riflesso, di come si configura la sua sfera emotiva ed identitaria, di come vive l’appartenenza ad un luogo.

La qualità del paesaggio, il suo valore culturale possono allora influenzare la qualità della vita delle popolazioni, ne consegue da una parte la necessità di tutelare il social landscape, dall’altro di educare gli individui a sviluppare una sensibilità e una consapevolezza tale da consentire questa relazione in un momento particolarmente sensibile in cui la singolare identità dei territori – urbani e rurali – sono minacciati dai processi di omologazione.

Il questo senso il paesaggio non coincide con la realtà materiale, ma comprende sia la realtà che la “rappresentazione” della realtà, esso è un’importante forma di linguaggio che manifesta le aspirazioni della comunità e partecipa al processo di scambio dei fattori socio-culturali. 

In breve è l’ipostasi (la sostanza) della storia di un territorio (°).

(°) – Si ritiene che la prima cultura a possedere un’idea sociale di paesaggio sia stata la Cina in quanto essa – a differenza dell’Europa che ha preso in considerazione questi valori solo a partire dal ‘500 – riconosceva ed usava il paesaggio.  Aveva una letteratura sul paesaggio e le sue bellezze. Esisteva una tradizione pittorica di rappresentazioni di paesaggi.  Stimava e costruiva giardini.

Scopo dell’esercitazione è quello di documentare con una o più immagini, comunque realizzate, o con un breve filmato un paesaggio particolarmente significativo della città di Milano, da cui si possa dedurre quale potrebbe essere il paesaggio sociale caratteristico di questa città.

L’elaborato dovrà essere inviato a: gesmos@gmail.com

Se l’elaborato è troppo “pesante” per essere inviato via e-mail inviarlo tramite https://wetransfer.com

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