Presentazione del corso 2007-08

FOOD DESIGN

Anno Accademico 2007-2008.
Politecnico di Milano – Facoltà del Design.
Milano, Bovisa.

Programma del corso.
Le nuove forme cucinarie in una società globale, tra speranze e nostalgie, identità e differenza, esotismi e localismi, innovazione e contesti estetici.
Da tempo, negli atti alimentari della modernità non affondano soltanto le radici della sociabilità e i caratteri della commensalità , ma anche i sistemi alimentari industriali che drammaticamente caratterizzano il ventunesimo secolo e gettano ombre sulle sue penurie.
Non per caso, questo importante ‘sistema di significazione’ della vita corrente, in cui si confronta il lavoro della cultura sulla natura, ha visto accrescere la sua importanza che s’intreccia strategicamente con i segni materiali della modernità , con i suoi sapori e i suoi saperi.
La globalizzazione dell’immagine sociale del gusto ‘questo topos per eccellenza della sensibilità educata, in cui il sapio diventa valore’ non avviene, come da più parti si constata, solo attraverso segni, rappresentazioni e processi semantici, essa parte dal mondo dei significanti e dai dati pragmatici, che emergono dal vissuto, per confluire nella complessità di un’epoca.
Un’epoca nella quale un ordine globale sistematico lega nella sua tragedia teleologica, per fare un caso tra i tanti, in una ‘hamburger connection’, la sparizione delle foreste nell’America Centrale alla produzione di carne bovina.
La cucina di una società , ha osservato Claude Levi-Strauss, è un linguaggio nel quale essa traduce più o meno inconsciamente la sua struttura sociale e, senza rendersene conto, rivela le sue contraddizioni e i suoi ideali. Dentro questo quadro, in un futuro non lontano, il nostro destino sembra basculare tra l’illusione naturista e una dieta di c.a.n.i. (composti alimentari non identificabili).
Se l’umanizzazione, come dicono gli studi di semiologia dell’alimentazione, corre parallela alla cucina del simbolico, è questo il capolinea dell’animale cuciniere di cui parla Marcel Mauss?
In questo contesto, il food-design contiene una speranza progettuale?

(Gianni-Emilio Simonetti)

(vedi anche la Guida dello studente della Facoltà del Design)

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