Gli studenti delle due classi (sez. A e sez. B) di graphicdesign devono dividersi in quattro gruppi per ogni classe. Attenzione, un gruppo deve essere formato da almeno tre studenti, numero minimo..
Ogni gruppo dovrà raccogliere i dati intorno all’altra sezione considerata una popolazione. (B per A – A per B).
I dati raccolti dovranno essere visualizzati con il tipo di visualizzazione più consono – diagramma, tabella, mappa, infografica, dashboard, eccetera.
I dati possono essere raccolti direttamente, per e-mail o in qualunque altro modo.
Ogni gruppo delle due sezioni di graphicdesign dovrà quindi realizzare un dataset che poi visualizzerà.
Primo gruppo: Quanto lontano? Distanza abitazione e posizione rispetto alla sede dello IED (per i pendolari la stazione di arrivo in città). Tempi di percorrenza (a piedi, mezzi utilizzati).
Secondo gruppo: Cibi consumati al di fuori della cucina casalinga. Ragioni. Quali sono ritenuti sani e quali malsani.
Terzo gruppo: Libri e film – divisi per genere, letti o visti nel corso degl’ultimi dodici mesi.
Quarto gruppo: Ascolto musicale. Generi che si preferiscono, tempo di ascolto, quando (nel corso della giornata), soli o con chi, dove.
Utilizzando le proprie conoscenze di storia dell’arte e gli argomenti che abbiamo esaminato durante le lezioni, progettare un assemblage (un piccolo “oggetto-monumento”) che interpreti quello che si ritiene una “rappresentazione emotiva” dell’emergenza storica – sanitaria e politica/militare – che stiamo attraversando.
Il progetto (la cui “base” è una superficie di cm.25×25) può essere realizzato utilizzando qualunque materiale: carta, sughero, legno, plastica, piccoli oggetti, plastilina, argilla, cera, farina impastata, colori acrilici… o costruito, con cartoncino, a pop-up con disegni).
Il progetto deve essere fotografato da una o più parti ed eventualmente accompagnato – se lo si ritiene necessario – da una didascalia o da una breve nota esplicativa.
Monuménto, dal lat. monumentum, significa sostanzialmente ricordo, deriva da monere, ricordare. Un segno che fu posto e rimane a ricordo di una persona, di una situazione o di un avvenimento.
In particolare, un oggetto, un’opera di scultura, o di architettura decorativa, che si colloca nelle aree pubbliche a celebrazione di persone illustri o in memoria di avvenimenti che si vogliono ricordare.
In senso più ampio, qualunque opera d’arte, specialmente di architettura o di scultura, che per il suo pregio o per il suo significato, abbia speciale valore culturale, artistico, morale e simili.
ESERCITAZIONE FINALE
GEOGRAPHIA: DA “SCRITTURA DELLA TERRA” A “MAPPA DEI DESIDERI”
(“Le monde au temps des surréalistes(°)”, Variété, Bruxelles,1929)
La geografia immaginaria, come hanno dimostrato gli
scrittori di utopie e, in particolare, il movimento surrealista, è un elemento
essenziale della letteratura come delle arti.
Qualunque forma di “racconto”, romanzo, storia, film, fumetto cronaca, sequenza d’immagini, o qualunque desiderio di vivere altrove, presuppone una forma di “geografia” così come presuppone una storiografia, una epistemologia immaginaria, un modello di vita corrente. Per quanto immaginario, il “luogo” di una narrazione è sempre un avatar di un territorio vero e la sua mappa è la rappresentazione del sistema dei segnali inscritti in esso come rappresentazione dei nostri desideri.
Nelle carte immaginarie, però, il carattere narrativo è sempre prevalente e questi si evidenzia, nella maggioranza dei casi, a partire da un soggetto, da una situazione e/o da un viaggio.
Del resto, è proprio grazie ai viaggi che i
luoghi-dove-sono-i-leoni (in origine, la locuzione latina hic sunt leones
compariva sulle carte geografiche dell’antica Roma in corrispondenza delle zone
inesplorate dell’Africa e dell’Asia) possono essere cartografati.
Altre geografie immaginarie sono quelle costituite dai “campi semantici”, dalle passioni, dagli imperativi morali, dalle scelte politiche. Qui i viaggi sono di conoscenza (alla ricerca di un sapere) o di autocoscienza (alla ricerca del proprio essere) e si compiono inseguendo una metafora o il mondo delle chimere, il “vello d’oro” degli Argonauti, il tesoro dei pirati nascosto nelle isolette dei Caraibi, le odissee nello spazio alla ricerca di nuovi mondi – sogni – abitabili.
In questa prospettiva, dal punto di vista
morfologico, i territori immaginari non sono di meno di quelli reali, anche se
c’è una differenza tra la funzione d’uso delle carte reali e la funzione di
produzione di quelle immaginarie.
Tuttavia quando queste due funzioni si fondono abbiamo le carte congetturali, dove il noto si mescola all’immaginato, consentendoci una connessione che mette in luce la fascinazione – sapienziale ed estetica – delle terrae incognitae. Queste carte rendono evidenti altri sogni, altre utopie, altre speranze. Costruiscono ed impongono altre prospettive all’ovvio, altre frecce all’arco dell’avventura.
***
L’esercitazione può essere svolta in due modi.
UNO. O viene descritto attraverso una o più mappe (o, carte) un paese, una città, uno Stato immaginario mettendo in evidenza i caratteri che si ritengono salienti o specifici a rivelarlo.
DUE. Oppure, si ricostruisce una carta dell’Europa non per quello che è, ma per quello che potrebbe essere se la grandezza dei vari Stati corrispondesse a certi caratteri morali, sociali e politici che si ritengono importanti. Questi caratteri devono essere elencati esplicitamente.
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